lunedì 4 febbraio 2008

Più Bach per tutti

Schumann diceva che Bach è "il pane quotidiano" di ogni musicista. Lo sanno bene i pianisti, che prendono per mano Johann Sebastian il loro primo giorno di studio per non lasciarlo praticamente più. E dire che Bach non ha scritto nulla espressamente per loro. Anzi, l'unico pianoforte che aveva avuto modo di provare, alla corte di Federico II di Prussia, manco gli era piaciuto (a onor del vero, si trattava di uno dei primissimi esemplari costruiti, tutto da perfezionare).

Al di là di questo, è incredibile quanto la musica di Bach si adatti con tanta naturalezza agli strumenti e agli arrangiamenti più disparati conservando sempre un'eco di ciò che la rende unica.

Volete ascoltare qualche esempio?

Partiamo dalla più celebre delle miriadi di trascrizioni pianistiche bachiane, ovvero la versione di Busoni della mitica Ciaccona per violino solo. Praticamente, un capolavoro al quadrato: virtuosismo, sapienza architettonica e intensità espressiva sono tutt'uno.



Bach scriveva spesso per una non meglio precisata "tastiera" (clavier). Sarà per questo che il Clavicembalo ben temperato si ascolta volentieri anche alla marimba?




Allora niente di meglio di un coro, per la polifonia. Alzi la mano chi non conosce l'aria sulla IV corda degli Swingle Singers...



Dato che siamo in tema di jazz, allora non posso tralasciare le prodezze di Jacques Loussier. Ecco il primo movimento del Concerto italiano, in versione swing



E che dire della scatenata - ma sempre aggraziatissima - Bourrèe dei Jethro Tull?



Sentito? Al di là di ogni epoca, strumento, interpretazione, gusto, Bach veleggia inossidabile.
Come un vero "classico", dato che classico è qualcosa "che non ha mai finito di dire quel che ha da dire" (Calvino).

Il che spazza via d'un colpo l'idea che la musica "classica" sia polverosa anticaglia da museo.

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