Scrive Henry Bergson che il tempo non è una dimensione che si misura con l'orologio, ma un'emozione, ed ha dunque a che fare con gli stati d'animo.Una cosa, dice Bergson, sono dieci minuti passati sotto il trapano del dentista, e una cosa gli stessi dieci minuti passati tra le braccia del proprio amore.
In musica può valere la stessa considerazione? Apro il dibattito.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
se ho afferrato il senso del dibattito,sono d'accordo anche per quanto riguarda la musica,perchè suonando,il tempo perde ogni sigificato ma le lancette degli orologi girano impietose...eppure è bello e insolito trovarsi ad ascoltare o una canzone di 3,4,5 minuti e sapere che alla fine avrai consumato pochissimo tempo producendo una mole di sensazioni che sono paradossali per il poco tempo impiegato...così un'ora e mezza suonando si esaurisce in fretta
Il tempo presenta molteplici interpretazioni e rappresentazioni: a livello fisico, a livello storico, a livello filosofico.
Già Pitagora ne comprende la relatività, e oggi non possiamo non prescindere dal fatto che siamo, senza che abbia una qualche influenza la cosciente consapevolezza, figli del romanticismo, e soprattutto figli di quel travagliato ma affascinante XX secolo che stravolgerà ogni punto di riferimento tradizionale, più o meno come era già accaduto col Barocco 4 secoli addietro.
Il tempo è un'emozione...bah. Chi lo sa. Di certo ognuno lo vive in modo differente. Bene, distinzione tra tempo psicologico e fisico-matematico. Eppure...
Ognuno di noi vive quotidianamento il fenomeno di dilatazione e compressione apparente del tempo a seconda della nostra partecipazione all'attività o all'evento che ci coinvolge in quel momento. Certo, studiare 10 minuti è una tortura come è un piacere leggero passare quei 10 minuti tra amici.
Ma quali minuti valgono di più? Per noi, non come risultato! Mi pare una bella domanda su cui riflettere.
Ricordo come mi avesse affascinato all'epoca delle elementari mastro Hora, personaggio del romanzo filosofico "Il mondo di Sofia", che gestiva il Tempo per darlo come tempo agli uomini. Al liceo scopro che anche i latini avevano questa netta distinzione, che io avevo colto intuitivamente: aevum (aion per i greci) e tempus (o chronos in greco). E che importa?
Importa, perché l'uomo non fa altro che dividere il suo Tempo in unità più piccole. Che queste unità le viva attraverso l'emozione o l'intelletto, con una visione teleologico-escatologica o utilitaristico-materialista è un discorso nettamente separato.
Tempo e arte? L'arte è tempo. E' scansione. Forse per questo muove emozioni. E' ritmo, è variazione. E questo è il tempo. Il tempo è dinamicità e vita, la staticità porta alla morte.
Ma è un discorso troppo filosofico ed è piuttosto tardi... Partirei per la tangente. Molto affascinante. Consiglio a chiunque sia interessato di leggersi la concezione di Sant'Agostino di tale aspetto della vita umana.
Meraviglie della filosofia...
Posta un commento